La trama di "Incertezze"

Autunno 1975, Roma. Sandro, ventiquattrenne, sanguinante nel suo letto, ripercorre gli eventi che lo hanno messo in quella situazione.

Le storie intrecciate nel corso di un’estate complicata: la relazione intrisa di passione sfrenata con la moglie di un suo amico.

L’assurda storia con un’anziana signora, ricchissima, con cui Sandro si trova coinvolto più di quanto avrebbe voluto. Le complesse dinamiche in un gruppo squinternato di amici.

Il rapporto tra lui e una coppia hippy che si conclude squallidamente in una notte di bagordi. Tutto è ricordato e vissuto fra dubbi, riflessioni, incertezze e sensi di colpa.

Sandro non vuole fare del male a nessuno, eppure continua a seminare dolore e scompiglio intorno a lui.

Il risentimento e la tensione crescono in un’irrefrenabile spirale sino al finale del racconto, che dà un nuovo significato a tutto.

Considerazioni di Filippo La Porta, saggista, giornalista e critico letterario

Incertezze è quasi un Memorie del sottosuolo di Dostoevskij riscritto nel terzo millennio, con la stessa ossessività vagamente autolesionista dell’io narrante. Anche qui il protagonista(Sandro) si sente un incapace, un fallito, un debole, è pieno di rimpianti e rimorsi, è autoriflessivo, paranoico, tendenzialmente autodistruttivo, nella relazione con gli altri oscilla tra curiosità e indifferenza, tra socievolezza e ombrosa misantropia, tra spavalderia e timidezza scontrosa, tra una passività quasi “femminile” e un bisogno virile di autoaffermazione nella seduzione (Sabrina, Lucia, Kari), e ancora: si presenta come apatico, svogliato, con le idee confuse, anche se con improvvise accensioni di entusiasmo adolescenziale e di furore vitalistico.

Sandro appartiene alla galleria degli inetti a vivere della letteratura del ‘900. Il suo ritratto è inciso con cura e resta nella mente del lettore. Ciò che lo tiene stretto alla realtà sono due cose: la musica (suona in un gruppo un po’ sgangherato che fa delle “prove” di uno spettacolo che non ci sarà mai, tranne una performance pubblica con una compagnia di teatro sperimentale, anch’essa squinternata) e poi il sesso, che benché spesso meccanico e anaffettivo lo riporta almeno alla verità biologica delle pulsioni, più resistente di qualsiasi sovrastruttura.

È ben ricostruita l’atmosfera degli amici e compagni di strada, e la parte sulla centralità dell’impegno politico vissuto con fanatismo, da cui Sandro si schermisce. La vicenda si svolge nel 1975, anni di piombo. Interessanti e acute anche le notazioni sulle differenze di classe sociale (Villaggio Olimpico-Parioli).

La lingua si affida spesso a espressioni convenzionali, standardizzate, quasi più da noir, da hard-boiled, e da letteratura di genere. Anche se nella sua semplicità conserva un tratto di sincerità coerente con la natura diaristica e di autoconfessione del romanzo.

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